Noi socialisti, democratici, laici, liberali e libertari,
che da sempre ci siamo mobilitati per l'allargamento dei diritti, ieri abbiamo
vinto una prima battaglia.
Con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti il
Parlamento ha approvato definitivamente la legge sulle unioni civili.
Sappiamo bene che si poteva fare molto di più,
equiparando queste unioni al matrimonio.
Non è stato fatto.
Sappiamo bene che si poteva fare molto di più, garantendo
almeno la stepchild adoption.
Non è stato fatto.
Le battaglie successive riguarderanno proprio questi
punti oltre alle necessarie richieste di libertà ancora in attesa di un esame
approfondito e di un dibattito parlamentare.
La legge sulle unioni civili è un compromesso al ribasso.
Comunque una vittoria... prima il nulla!
Nel 1988 fu proprio una socialista Alma Cappiello (scomparsa nel 2006) a depositare la prima proposta
di legge sul tema in oggetto, non venne mai discussa.
Ieri dopo un travagliato iter parlamentare fatto di
tiremmolla, insulti e provocazioni si è finalmente dato il via libera a una
nuova stagione: le coppie omossessuali avranno finalmente la possibilità di
costruire una vita assieme senza sentirsi discriminati di fronte alla legge.
Un registro comunale, il riconoscimento della reciproca
assistenza, una regolamentazione dei rapporti patrimoniali delle coppie,
diritti successori, accesso alle graduatorie per l'assegnazione delle case
popolari e altre norme sono ora una base che permettono al nostro Paese di
essere considerato un pochino più libero.
Abbiamo visto che c'è ancora tanto da fare e tanto
faremo.
Da ora in poi la madre di tutte le battaglie possiamo
riassumerla in un hashtag #lostessosì.
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