3 settembre 2021

La fine della politica

 

La politica oramai è ridotta a scontro fra tifoserie.

Ha perso il suo alto valore di sano confronto dialettico.

Visioni differenti sullo sviluppo economico e sociale, sono ora nulla più che un duello tra pseudo-politici-influencer che a colpi di tweet denigrano l'avversario.

Non si limitano ad agire per conto proprio, hanno una schiera di fan "devoti" e, in alcuni casi, "pagati" che li supportano in questa grande macchina del fango.

Queste cose sono note, ma chi come me ha amato la politica sin da ragazzino e ha avuto l'opportunità e l'onore di poter compiere un percorso di attivista per qualche anno sente ora il bisogno di abbandonare il campo in maniera definitiva.

La vita offre così tante gioie che lasciarsi intorpidire l'anima dalla noia e dallo scarso dialogo intellettuale dell'odierna politica non ha veramente senso.

Così da oggi nel mio profilo FB ho tolto anche il nome di quello che è stato, dal 2012 a oggi, il mio partito di appartenenza (anche se non sempre tesserato).

Troverete semplicemente "socialista eretico".

Già perché pur rimanendo saldo nei miei valori, penso che l'eresia, il dubbio, la verità siano oggi l'unica via per non rimanere intrappolati tra le bandiere di una "sinistra" spenta, priva di identità, perbenista, spesso spocchiosa e di una "destra" reazionaria, populista, a volte illiberale.

Non vi stresserò per un bel po' coi miei post sulla politica: questo non vuol dire che smetterò di osservare il mondo coi miei occhi, non vuol dire che rinuncerò a leggere saggi di storia politica o che mi volterò dall'altra parte qualora mi si chiedesse un'opinione sull'attuale situazione del panorama politico o sulla questione dei temi etici e delle libertà.

Saranno proprio i concetti di "giustizia e libertà" che mi permetteranno di formare, con la massima obiettività possibile, il pensiero del domani.

Un abbraccio fraterno.

Davide

 

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15 aprile 2021

Dove sono i riformisti?

L'abbraccio tra PD-LeU e 5Stelle può sembrare a prima vista una possibile svolta contro gli emergenti nazionalismi di questi anni.

La destra è forte e in Italia i sondaggi mostrano in crescita anche partiti come Fratelli d'Italia, capeggiato dall'indomabile Giorgia Meloni.

I programmi riformisti appaiono accantonati a sinistra, la via populista si mostra come la scelta più facile e immediata per consolidare i consensi ottenuti durante il governo Conte.

Draghi è di tutti e non è di nessuno, l'alleanza Sinistra-5Stelle è pertanto nata coi tempi giusti e in politica sappiamo quanto sia importante il fattore tempo: sono riusciti a creare una coalizione indipendente rispetto alle scelte del governo e leale di fronte ad esso.

Si preparano due agguerriti schieramenti alle prossime elezioni.

Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia daranno battaglia per mostrarsi come forze responsabili (magari lasciando da parte la chimera sovranista) e vincere contro il populismo di sinistra.

I riformisti? Dove sono finiti in tutto questo bailamme?

Schiacciati come in un sandwich i gradualisti democratici e liberalsocialisti si trovano in grossa difficoltà.

Renzi è steso al tappeto, la Bonino è uscita dal suo piccolo partito, Calenda è in evidente inferiorità rispetto alla crescente intesa che il PD ha preferito sottoscrivere con i cosiddetti "grillini".

I socialisti?

Il movimento socialista oggi può forse riconoscersi nelle istanze della nuova coalizione Letta-Conte-Fratoianni?

A voi la scelta...

Io penso di no. Non vedo un orizzonte di ideali, di programmi chiari.

Osservo molte linee generiche e fin troppo sfocate.

La sostenibilità, l'economia green... come devono essere declinate?

Il nostro pianeta è in pericolo, così come è in pericolo il futuro delle prossime generazioni... dei nostri figli.
Si stanno verificando cambiamenti climatici che in pochi anni saranno evidenti anche nel mondo occidentale (se qualcuno non se ne fosse ancora accorto).
La destra regressiva di Trump si è allontanata dagli accordi di Parigi, ora Biden sta cercando di mettere una pezza.
Occorre un serio percorso di riconversione ecologica.
Stop/riduzione dei minerali fossili e via alle energie rinnovabili, senza esitazioni.
I paesi scandinavi ancora una volta mostrano attenzione a questi necessari processi di cambiamento, prendiamo spunto dal pragmatismo nord europeo e che sia di aiuto per una visione differente di tutte le altre politiche: stop all'assistenzialismo dei redditi di cittadinanza, stop ai contratti precari e via con l'inserimento di nuove figure professionali legate al "green".
Verde e rosso dovranno essere i colori dell'eco-socialismo del XXI secolo.

Penso che il tema ambientale debba essere fortemente preso in considerazione dal PSI e dai piccoli gruppi che si rifanno al socialismo.

Da Milano è partita una fase nuova per i socialisti, il garofano è ricomparso affisso sui manifesti nella metropoli motore d'Italia.

Da questa città partiva il riformismo, riformismo che ha un'unica radice: il socialismo democratico.

Tesserati o non tesserati è il momento di confrontarsi sul futuro di un'area politica che può e deve rinnovarsi.

Avanti!

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25 gennaio 2021

100 anni dalla scissione di Livorno

Ho visto in TV il documentario "La dannazione della Sinistra. Cronache di una scissione" di Ezio Mauro.
Che dire? Alcune riflessioni...
I riformisti rimasero saldi nell'idea della gradualità democratica del cambiamento, i comunisti scelsero una via differente che prevedeva un legame indissolubile con l'URSS.
Seppur io sia stato comunista in gioventù, non mi sono mai sottratto al pensiero libero e critico che mi ha permesso di avvicinarmi alla storia con una curiosa e appassionata ricerca della verità. Sono pertanto rimasto scioccato dall'ottusità di certi politici dell'ex-PCI che tuttora negano le giuste ragioni di Turati.
Ciò non toglie che i socialisti commisero evidenti errori sottovalutando l'imminente pericolo fascista.
Dapprima il "diciannovismo", poi la scissione di Livorno del 1921 consentirono a Mussolini di alimentare le paure degli italiani e di farsi accogliere dal popolo come unico Duce.
Matteotti, una delle poche voci fuori dal coro, denunciò in Parlamento le violenze delle camice nere.
Per essere coraggiosi non occorre essere rivoluzionari, Matteotti era un socialista riformista.

 

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1921, Livorno: XVII Congresso nazionale PSI