30 settembre 2022

Dieci anni fa nasceva il blog "Socialismo e Progresso"

"Un luogo di incontro, confronto e dialogo rivolto a socialisti, democratici, laici, liberali, riformisti" con questo auspicio è nato dieci anni fa, esattamente il 30 settembre 2012, il mio blog amatoriale "Socialismo e Progresso", pagine web senza particolari pretese se non quelle di raccontare la mia grande passione: la politica.
Passione che mi ha portato a partecipare nella mia città alle attività del Partito Socialista Italiano, con una piccola parentesi nel Partito Democratico.
Da entrambe le esperienze ho imparato a conoscere meglio la politica attiva, ma ho toccato con mano quanto sia impossibile in Italia cambiare le cose.
Non sono più un attivista, amo comunque seguire il dibattito politico sperando di poter ascoltare uomini e donne capaci di focalizzare l'attenzione su proposte pragmatiche e realizzabili con le risorse a disposizione delle istituzioni.
Nel mio blog troverete articoli che narrano della mia piccola esperienza da socialista: non ho mai smesso di promuovere valori come libertà, uguaglianza e giustizia sociale.
La Sinistra ha però necessità di rinnovarsi, non può essere la casa degli slogan o delle continue divisioni interne semmai quella di un'audace prospettiva comune che incorpori un'idea sostenibile di crescita economica.
Lo stesso Socialismo Democratico si trova in una forte crisi, in molti Paesi europei si è preferito lasciar spazio a politiche che hanno di fatto smantellato lo stato sociale.
Per molti giovani (e non solo) il Socialismo è una vetusta dottrina novecentesca, per me rappresenta invece un'idea di giustizia e libertà, citando Rosselli.
In Italia sarà difficile se non impossibile aggregare i pochi socialisti rimasti in un nuovo e grande PSI, ma sono certo che un "rassemblement" riformista, repubblicano, liberale e democratico possa comprendere anche la componente socialista. Soluzioni con sovranisti e populisti sono invece, a mio avviso, da escludere.
Se avete piacere di percorrere con me semplici analisi e future prospettive non esitate a offrire il vostro contributo attraverso un commento.

Buona lettura e fraterni saluti!

Davide Tosello




23 agosto 2022

#25settembre #elezionipolitiche #iononvoto

Rinunciare al diritto di voto, o comunque non esprimere la propria preferenza sulla scheda elettorale, può apparire come una superficiale e infruttuosa scelta in grado di influire negativamente sul futuro della Nazione.

Non sono più un attivista, ma seguo sempre la politica e non ho mai perso la speranza di poter camminare in un territorio pulito, tra uomini e donne capaci di rispettarsi, di promuovere talenti e valorizzare arte e cultura, origini e storia.

Liberi cittadini in uno stato laico, democratico e plurale.

Se la Repubblica è malata, perché maltrattata, è nostro compito prendercene cura.

Occorre rinnovare e risanare ogni luogo oppresso dalla burocrazia, dal cancro della malavita e del malaffare, dal vuoto della conoscenza, dall'assenza del lavoro, dalle crescenti disuguaglianze.

Non vedo molte differenze tra le elemosina proposte a Sinistra (tipo aumenti salariali agli insegnanti, mentre le altre categorie? Non ne hanno bisogno?) e le balle sulla flat tax della Destra (alla fine i poveri annaffieranno il giardino dei ricchi, tanto per cambiare).

Il Centro attualmente, mi par di capire, sia un club esclusivo alla coltivazione dell'ego.

Ho sperato in una coalizione ampia, dove la mia identità socialista-liberale potesse trovare casa... ho seguito tutti i protagonisti in campo con attenzione e sono giunto alla conclusione di non votare, non per voltare le spalle al nostro futuro, ma perché rinunciare completamente alla coerenza, scegliere sempre il meno peggio, tapparsi il naso o chiudere un occhio sono soluzioni che non fanno più per me.

Lo abbiamo fatto tante volte, ora basta.

Abbiamo bisogno di ricostruire nella società civile una condivisa idea di progresso partendo da piccoli gesti quotidiani: educazione, gentilezza, rispetto.

Tre elementi che se ben coltivati faranno crescere la miglior classe politica della storia.

Prima di inseguire chimere e slogan politici, è bene tornare al nostro concreto impegno quotidiano: il bene più prezioso per far rinascere la speranza viene da ogni singolo individuo e dalle sue virtù, dalla necessità di soddisfare i suoi bisogni reali.

La politica è distaccata dalla società civile e noi spesso siamo disgustati dalla politica: rimettere in moto un meccanismo dinamico, efficiente e con una visione pragmatica dipenderà non tanto dal voto di settembre, ma dalla nostra responsabilità ora.

Non sono qui a promuovere una disobbedienza civile bensì un atto di generosità verso il Paese: rispettiamolo e saremo patrioti tutti senza bisogno che qualcuno si prenderà impropriamente il merito di esserlo.

 

Dipinto di Girolamo Peralta "Splende il sole"

 

7 luglio 2022

Rivitalizzare la Sinistra attraverso la società civile

I discorsi che girano attorno alla politica, nello specifico attorno al "mondo progressista", li ascolto e li leggo con attenzione, ma non mi entusiasmano.
Non mi entusiasmano certi "campi larghi", "nuovi ulivi" né tantomeno le solite dita puntate contro la “destra” o le discussioni sulla “legge elettorale”.
Per essere davvero alternativi occorre, a parer mio, intraprendere un percorso programmatico serio e assolutamente realizzabile.
Finito il tempo delle chimere, finito il tempo dei populismi, spero si concluda presto anche quello dei sovranismi... ora bisogna ridare parola alla politica e non ai politici.
I leader attuali sono meteore incapaci di dare un senso compiuto alle loro stesse "idee".
Chi deve occuparsi allora di politica oggi?
Le elezioni amministrative hanno indicato una possibile direzione: possono essere utili tutti coloro che considerano il "bene comune" una risorsa e non una prospettiva per far carriera.
I nuovi sindaci in molti casi non fanno parte di partiti, sono spinti dal desiderio popolare di voltare pagina.
Avremo alle prossime elezioni politiche nazionali figure chiave della società civile?
Lo spero, lo auspico, lasciamo però a gente capace questa possibile iniziativa.
L'idea che tutti possano intraprendere un percorso importante di leader politico è da escludere altrimenti ci ritroveremo al punto di partenza.
I social, lato iniziative politiche, hanno dato maggior parola alle cacofonie populiste che al pragmatismo ora necessario.
Draghi ha fatto un bel lavoro: ha indirizzato la nazione verso una prospettiva di futuro. Mi rendo conto che rappresenta il volto di una sorta di “restaurazione” e dopo le ubriacature "a cinque stelle" non dico sia facile essere coerenti (considerare Erdogan prima un dittatore e poi stringergli la mano e siglare un patto per il grano non è un segnale che le masse comprendano a pieno) e nemmeno mediare tra forze politiche decisamente schizofreniche facendoti poi apprezzare da tutti.
Ad ogni modo è stato un inizio, uno stimolo a riprendere in mano le redini delle cose da fare.
Idee chiare e concrete, senso di responsabilità, lotta alla burocrazia e all’evasione fiscale, riforme rivolte alla modernizzazione del Paese, mettere ai primi posti la scuola e i giovani, tutelare la salute, il lavoro (inteso come sgravi alle imprese che assumono e garantire contratti stabili ai lavoratori), poi i diritti civili e sociali, la transazione green… la lista è lunga, i temi spesso complessi, nulla è da prender sottogamba e nulla può esser risolto tramite slogan.
Compito del mondo progressista è quello di non perdersi in inutili e inefficaci ricerche di alleanze, occorre ritrovare risposte alle richieste dei cittadini.
Si percepisce altrimenti un senso di chiusura e non di apertura, come se la politica sia questione di Palazzo e l’opinione pubblica venga interpellata solo in rarissimi insensati casi (avete visto che fine hanno fatto gli ultimi referendum? Sic!).
Tutto è mutabile, nulla deve essere considerato come intoccabile (vedi la possibile reintroduzione del Nucleare): compito del socialismo è proprio quello di rinnovarsi.
Se questo non avverrà, quella che oggi noi chiamiamo genericamente Sinistra non avrà ragione d’essere: o in tempi brevi si esce dal pantano o è giusto che la società civile si mobiliti e prenda iniziativa dando un nuovo volto alla dialettica politica, sempre più necessariamente trasversale e incisiva.
Se poi ci sarà un nesso tra la maggioranza dei cittadini e una visione progressista, laica e rivolta alla lotta contro le disuguaglianze… allora avremo una nuova Sinistra costruita dal popolo per il popolo.
Tutto però non può sfociare nel giacobinismo, volto perdente di ogni rivoluzione.

 

Dipinto di Treccani Ernesto



9 marzo 2022

Per il popolo ucraino

Ignobile guerra,
lasci cadere il terrore sulla gente,
lasci scorrere il sangue lungo le strade,
mentre le urla strazianti per la perdita di un bambino giungono sino a noi.

Ci lasciamo coinvolgere dal dolore,
ma rimaniamo inermi davanti alla brutale aggressione,
incapaci di difendere quella gente,
incapaci di reagire efficacemente.

Sentiamo però il grido della Resistenza,
ne percepiamo la forza,
abbiamo consapevolezza della paura,
siamo con voi, sempre da una parte sola, per la libertà!