23 agosto 2022

#25settembre #elezionipolitiche #iononvoto

Rinunciare al diritto di voto, o comunque non esprimere la propria preferenza sulla scheda elettorale, può apparire come una superficiale e infruttuosa scelta in grado di influire negativamente sul futuro della Nazione.

Non sono più un attivista, ma seguo sempre la politica e non ho mai perso la speranza di poter camminare in un territorio pulito, tra uomini e donne capaci di rispettarsi, di promuovere talenti e valorizzare arte e cultura, origini e storia.

Liberi cittadini in uno stato laico, democratico e plurale.

Se la Repubblica è malata, perché maltrattata, è nostro compito prendercene cura.

Occorre rinnovare e risanare ogni luogo oppresso dalla burocrazia, dal cancro della malavita e del malaffare, dal vuoto della conoscenza, dall'assenza del lavoro, dalle crescenti disuguaglianze.

Non vedo molte differenze tra le elemosina proposte a Sinistra (tipo aumenti salariali agli insegnanti, mentre le altre categorie? Non ne hanno bisogno?) e le balle sulla flat tax della Destra (alla fine i poveri annaffieranno il giardino dei ricchi, tanto per cambiare).

Il Centro attualmente, mi par di capire, sia un club esclusivo alla coltivazione dell'ego.

Ho sperato in una coalizione ampia, dove la mia identità socialista-liberale potesse trovare casa... ho seguito tutti i protagonisti in campo con attenzione e sono giunto alla conclusione di non votare, non per voltare le spalle al nostro futuro, ma perché rinunciare completamente alla coerenza, scegliere sempre il meno peggio, tapparsi il naso o chiudere un occhio sono soluzioni che non fanno più per me.

Lo abbiamo fatto tante volte, ora basta.

Abbiamo bisogno di ricostruire nella società civile una condivisa idea di progresso partendo da piccoli gesti quotidiani: educazione, gentilezza, rispetto.

Tre elementi che se ben coltivati faranno crescere la miglior classe politica della storia.

Prima di inseguire chimere e slogan politici, è bene tornare al nostro concreto impegno quotidiano: il bene più prezioso per far rinascere la speranza viene da ogni singolo individuo e dalle sue virtù, dalla necessità di soddisfare i suoi bisogni reali.

La politica è distaccata dalla società civile e noi spesso siamo disgustati dalla politica: rimettere in moto un meccanismo dinamico, efficiente e con una visione pragmatica dipenderà non tanto dal voto di settembre, ma dalla nostra responsabilità ora.

Non sono qui a promuovere una disobbedienza civile bensì un atto di generosità verso il Paese: rispettiamolo e saremo patrioti tutti senza bisogno che qualcuno si prenderà impropriamente il merito di esserlo.

 

Dipinto di Girolamo Peralta "Splende il sole"