16 dicembre 2016

Discorso al primo Coordinamento PSI Zona Sud Est Milano


In data 15.12.2016 prezzo la sezione Rodolfo Morandi del Partito Socialista Italiano di San Giuliano Milanese si è svolto il Coordinamento della zona Sud Est Milano per il rilancio dei progetti, delle idee, delle proposte dei socialisti nell’area metropolitana milanese.
Galdino Cassavia sarà il nuovo referente per questa zona.
Alla presenza del segretario provinciale Mauro Broi, del resp. dell’Organizzazione Luigi Fusto e di oltre trenta compagni che hanno dimostrato determinazione e passione politica, ho tenuto un discorso improntato all’unità e alla costruzione di un progetto politico in controtendenza con quello “renziano”, diffuso oramai anche nelle amministrazioni territoriali.

Carissime compagne e cari compagni,
il referendum costituzionale appena concluso ha mostrato una chiara contrarietà al progetto renziano di modificare oltre 40 articoli della legge fondativa dello Stato.
Questo voto, vista l'alta partecipazione dei cittadini e il netto distacco di circa 20 punti
percentuali, è una bocciatura a pieno titolo dell'intero percorso che l'oramai ex-presidente Renzi ha voluto imporre al popolo italiano, a colpi di maggioranza e fiducie in Parlamento.
Il capo dello Stato alla sua prima difficile crisi di governo ha nominato Paolo Gentiloni come nuovo presidente del Consiglio dopo le dimissioni di Matteo Renzi.
Rispetteremo questa scelta confermata in Parlamento, confidando nella risoluzione di priorità, tra l'altro evidenziate anche dai socialisti, come:
- Armonizzazione della legge elettorale tra Camera e Senato
- Ricostruzione zone terremotate
- Alcuni importanti impegni internazionali tra cui la revisione dei trattati di Dublino (sulla questione migranti l'Italia chiede infatti di non essere lasciata sola).

Renzi aveva suscitato ammirazione in tutti noi è inutile negarlo.
Il piglio deciso, l'idea della rottamazione, la giovane età, il riformismo, l'adesione al PSE.
Ma tutto questo ha lasciato il posto ad arroganza, a uno scontro generazionale dove l'esperienza è divenuta sinonimo di "conservazione", a pseudoriforme incomplete e pericolose (penso solo al Jobs Act, al malessere suscitato dal corpo docente per la “Buona Scuola”, alle derive autoritarie del primo Italicum, ad una legge sulle unioni civili che non rende giustizia ad un nostro principio: l'uguaglianza).
L'adesione al PSE si è poi di fatto trasformata in un pro-forma.
L'appoggio incondizionato alle normative e alle leggi dell'attuale governo Juncker a Bruxelles non coincide con lo slogan anti-austerity tanto urlato a casa nostra.
Si dice che i politici hanno sempre due parole... Renzi non smentisce.

Come si sa la politica è però compromesso.
Alcune forze politiche mostrano più arroganza di quella dell'ex Premier, penso ai 5 stelle ai leghisti al No categorico e inconcludente di Sinistra Italiana.
I socialisti sono una forza responsabile che si muove nel campo riformista.
Il socialismo democratico e liberale è il nostro faro.
Pensare di buttarci nella mischia della protesta ad oltranza sarebbe lontano dalla nostra storia.
Pertanto accolgo l'appello all'unità dei socialisti, superiamo le divisioni sorte durante il referendum, facciamo leva su ciò che ci unisce, riorganizziamoci così come la Federazione di Milano sta correttamente indicando, puntiamo su politiche sociali attive e politiche sul lavoro.

In primavera probabilmente il nuovo referendum sul Jobs Act.
Una seria riflessione andrà pur fatta sulla scelta scellerata di legalizzare il precariato, mantenendo vive oltre 45 forme di contratto che sviliscono la professionalità e tolgono dignità alla figura delle lavoratrici e dei lavoratori.

La casa dei socialisti è comunque una sola, il PSI.
Mi auguro che da qui si possa sviluppare un confronto, una dialettica sana e sincera, idee lungimiranti per creare un polo liberalsocialista capace di entrare nel merito di questioni irrisolte: in cima alla lista i 20 mln di disoccupati in Europa e i 10 mln di poveri in Italia.
Il dialogo del PD non deve cessare, ma allo stesso tempo occorre levarci di dosso quello spirito servile che ha caratterizzato, a mio avviso, questa legislatura.
Non siamo dei lacchè, siamo uomini liberi.

Davide Tosello