In data 15.12.2016 prezzo la sezione Rodolfo Morandi del Partito Socialista Italiano di San Giuliano Milanese si è svolto il Coordinamento della zona Sud Est Milano per il rilancio dei progetti, delle idee, delle proposte dei socialisti nell’area metropolitana milanese.
Galdino Cassavia sarà il nuovo referente per questa zona.
Alla presenza del segretario provinciale Mauro Broi, del resp. dell’Organizzazione Luigi Fusto e di oltre trenta compagni che hanno dimostrato determinazione e passione politica, ho tenuto un discorso improntato all’unità e alla costruzione di un progetto politico in controtendenza con quello “renziano”, diffuso oramai anche nelle amministrazioni territoriali.
Carissime compagne e cari compagni,
il referendum
costituzionale appena concluso ha mostrato una chiara contrarietà al progetto renziano di modificare oltre 40
articoli della legge fondativa dello Stato.
Questo voto, vista l'alta
partecipazione dei cittadini e il netto distacco di circa 20 punti
percentuali, è una
bocciatura a pieno titolo dell'intero percorso che l'oramai ex-presidente Renzi
ha voluto imporre al popolo italiano, a colpi di maggioranza e fiducie in
Parlamento.
Il capo dello Stato alla
sua prima difficile crisi di governo ha nominato Paolo Gentiloni come nuovo
presidente del Consiglio dopo le dimissioni di Matteo Renzi.
Rispetteremo questa scelta
confermata in Parlamento, confidando nella risoluzione di priorità, tra l'altro
evidenziate anche dai socialisti, come:
- Armonizzazione della
legge elettorale tra Camera e Senato
- Ricostruzione zone
terremotate
- Alcuni importanti
impegni internazionali tra cui la revisione dei trattati di Dublino (sulla questione migranti l'Italia chiede
infatti di non essere lasciata sola).
Renzi aveva suscitato
ammirazione in tutti noi è inutile negarlo.
Il piglio deciso, l'idea
della rottamazione, la giovane età, il riformismo, l'adesione al PSE.
Ma tutto questo ha
lasciato il posto ad arroganza, a uno scontro generazionale dove l'esperienza è
divenuta sinonimo di "conservazione", a pseudoriforme incomplete e pericolose (penso solo al Jobs Act, al
malessere suscitato dal corpo docente per la “Buona Scuola”, alle derive
autoritarie del primo Italicum, ad una legge sulle unioni civili che non rende
giustizia ad un nostro principio: l'uguaglianza).
L'adesione al PSE si è poi
di fatto trasformata in un pro-forma.
L'appoggio incondizionato
alle normative e alle leggi dell'attuale governo Juncker a Bruxelles non
coincide con lo slogan anti-austerity
tanto urlato a casa nostra.
Si dice che i politici
hanno sempre due parole... Renzi non smentisce.
Come si sa la politica è
però compromesso.
Alcune forze politiche
mostrano più arroganza di quella dell'ex Premier, penso ai 5 stelle ai leghisti
al No categorico e inconcludente di Sinistra Italiana.
I socialisti sono una
forza responsabile che si muove nel campo riformista.
Il socialismo democratico
e liberale è il nostro faro.
Pensare di buttarci nella
mischia della protesta ad oltranza sarebbe lontano dalla nostra storia.
Pertanto accolgo l'appello
all'unità dei socialisti, superiamo le divisioni sorte durante il referendum,
facciamo leva su ciò che ci unisce, riorganizziamoci così come la Federazione
di Milano sta correttamente indicando, puntiamo su politiche sociali attive e
politiche sul lavoro.
In primavera probabilmente
il nuovo referendum sul Jobs Act.
Una seria riflessione andrà
pur fatta sulla scelta scellerata di legalizzare il precariato, mantenendo vive
oltre 45 forme di contratto che sviliscono la professionalità e tolgono dignità
alla figura delle lavoratrici e dei lavoratori.
La casa dei socialisti è comunque
una sola, il PSI.
Mi auguro che da qui si
possa sviluppare un confronto, una dialettica sana e sincera, idee lungimiranti
per creare un polo liberalsocialista capace di entrare nel merito di questioni
irrisolte: in cima alla lista i 20 mln di disoccupati in Europa e i 10 mln di
poveri in Italia.
Il dialogo del PD non deve
cessare, ma allo stesso tempo occorre levarci di dosso quello spirito servile
che ha caratterizzato, a mio avviso, questa legislatura.
Non siamo dei lacchè, siamo
uomini liberi.
Davide Tosello