25 maggio 2013

I 150 anni dell'SPD




In questi giorni a Lipsia, con una grande cerimonia al Gewandhaus, si sono svolte le celebrazioni per i 150 anni di storia del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD).
Il 23 maggio del 1863 nacque infatti, grazie a Ferdinand Lassalle, l'Associazione Generale degli Operai Tedeschi che prese poi il nome attuale, nel 1890, di Sozialdemokratische Partei Deutschlands.
Freiheit, Gleichheit, Brüderlichkeit! (Libertà, Uguaglianza, Fraternità!) recitava uno dei primi stendardi di questo movimento politico che diede impulso, sin dalla sua nascita, alla realizzazione di conquiste sociali che si traducevano in diritti per i lavoratori, mediante una stretta collaborazione con i sindacati, e successivamente fu artefice di importanti riforme garantendo istruzione gratuita, assistenza sanitaria per tutti, salario minimo.
I socialdemocratici furono i protagonisti della Repubblica di Weimar (1919-1931) cercando di ridare slancio alla Germania, dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, dotandola di una nuova Costituzione.
Ci furono poi i periodi bui a causa della crisi economica del 1929, l’ascesa al potere del Nazismo di Hitler che definì fuori legge l’SPD e solo con la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1946 riprese a rivivere quello che oggi è considerato uno dei più antichi partiti del mondo.
Nonostante nel 1954 i socialdemocratici abbandonarono ufficialmente il marxismo, furono capaci di instaurare un dialogo costruttivo con i Paesi del blocco sovietico aprendo con Willy Brandt (premio Nobel per la pace nel 1971) il periodo noto come Ostpolitik.
Il Welfare State promosso da Gerhard Schröder, con le riforme del suo governo (tra il 1998 e il 2005), è un punto di riferimento per tutti i partiti progressisti europei: integrazione, politiche per la famiglia, per le donne, per l’istruzione sono i nodi centrali che hanno dato una solida ossatura alla Germania che oggi può certamente dirsi uno degli stati meno colpiti dall’attuale crisi economica.
La stessa cancelliera Angela Merkel, avversaria principale del socialdemocratico Peer Steinbrück alle prossime elezioni tedesche di settembre 2013, ha partecipato alle celebrazioni tessendo le lodi di un Partito, l’SPD, che “ha saputo dare voce alla democrazia”.
Questo evento di Lipsia è senz’altro da tenere in considerazione dalla sinistra riformista italiana, l’SPD si fa promotore di allargare la vetusta Internazionale Socialista ai partiti europei che fanno capo alla sinistra liberale o a quella cattolica sociale.
Il Partito Socialdemocratico Tedesco ha da sempre coniugato l’economia di mercato alla necessità di diritti e pari opportunità: l’economia sociale di mercato è sicuramente uno dei punti comuni per tutti i partiti progressisti di stampo europeista.
Per questo è nata ora l’Alleanza Progressista (Progressive Alliance) a cui Pier Luigi Bersani diede battesimo alla conferenza iniziale tenutasi a Roma nel dicembre del 2012.
Il Partito Democratico dovrà continuare una stretta collaborazione con l’SPD, il PS francese, il Labour inglese per dar voce a politiche di crescita e ridurre quelle di rigore dei conti pubblici, quest’ultime purtroppo considerate sino ad ora le uniche armi per sconfiggere questa grave congiuntura economica.
L’SPD non ha mai avuto paura di cambiare nome ma ha capito da sempre che una sinistra che guarda al progresso e si mette in discussione deve tenere conto di due termini inseparabili: Democrazia e Socialismo.
"Dove c'è un povero al fianco c'è un socialista" diceva il buon don Andrea Gallo, prete fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova e da pochi giorni scomparso (22 maggio) , ridiamo, noi tutti riformisti, importanza ad una Sinistra italiana che guardi con rispetto alla socialdemocrazia europea e alle idee liberali che hanno saputo creare le basi per un’Europa democratica ma ancora da plasmare e da vivere.
Sarà proprio l’impegno di noi progressisti che porterà nel prossimo futuro alla creazione degli Stati Uniti d’Europa.