Significa
"prender parte" ma anche
"sentirsi parte".
Nell'aprile
2013 lasciai il PSI per approdare al PD: ritenni che, dopo il rilancio fallito
della sezione sangiulianese e il catastrofico voto dello 0,38%, fosse giunto il
momento di entrare da socialisti (con i nostri valori) nella maggiore forza
riformista italiana, il Partito Democratico appunto.
Per
contribuire e possibilmente caratterizzare (anche in piccola parte) l'azione
riformista.
Poco
dopo successe qualcosa che premiò questa nostra scelta (mia e di altri compagni
guidati dall’ex-segretario G. Berti): l'adesione del PD a quella che noi
socialisti chiamiamo amichevolmente "la Famiglia", ovvero il Partito
Socialista Europeo.
Ingenuamente
ho creduto che il "pluralismo" del PD fosse una grande ricchezza, in
parte lo è certamente ma purtroppo le diversità sono così numerose che
obbligano costantemente le parti in causa a trovare una sintesi per giungere a una
linea comune (che guarda caso non è mai quella che vorremmo).
Il
compromesso in politica è all'ordine del giorno, ma un conto è un dibattito fra
due forze politiche e un conto è un estenuante lotta all'interno del proprio
partito.
Mi
sono immaginato, soprattutto dopo l'adesione al progetto "Bene Comune" (firmato da PD, SEL e
PSI), una Sinistra progressista all'altezza dei grandi partiti aderenti al PSE.
Ma
purtroppo quell'alleanza è già svanita.
Trovandomi
così all'interno di un solo contenitore di anime post-comuniste,
liberaldemocratiche, cattolico-sociali, pochi socialdemocratici e tanti “non pervenuti”.
Non
che mi aspettavo l'SPD (tra l'altro diviso anch'esso), ma sinceramente prendo
atto dell'incompatibilità di fondo di queste diversità, guidate ora dalla
"vocazione autoritaria" e dalla "vanagloria"?
A
livello nazionale quello che osservo è un contentino al popolo e grandi manovre
verso destra.
A
livello locale ho invece trovato persone disponibili ma pur sempre costrette a spiacevoli
dispute interne che non hanno permesso al Circolo di aprirsi ai cittadini.
Ho
trovato un Coordinamento che, mio personale parere, sembra accontentarsi di
identificare la propria azione politica con il lavoro dell'amministrazione
comunale.
Il
PD è pur sempre il primo partito italiano ha i numeri per poter guidare il
Paese fuori dalla crisi.
Ce
lo auguriamo tutti, ma mentre un tempo pensavo che fosse indispensabile "avere peso" nel panorama politico
oggi penso sia indispensabile puntare maggiormente sulla "qualità" delle proposte in campo,
da sostenere e condividere coi cittadini.
Renzi
in un certo senso lo fa... ma è proprio la qualità delle proposte, frutto di
continui accordi con Berlusconi e Alfano, che non mi convince.
A
questo punto, meglio il voto.
Già,
ma la legge elettorale è ancora in una fase di discussione e speriamo possa
rispettare l'art.49 del Titolo V "Tutti
i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere
con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
Speriamo
non si voglia limitare, tramite soglie estremamente alte, la pluralità delle
tradizioni politiche italiane.
In
questo periodo inoltre la Sinistra italiana è stata oltraggiata e derisa, mi
spiace dirlo, con una certa arroganza da quella "speranza" a cui ho
concesso fiducia: Matteo Renzi.
Cene
a 1000 euro con imprenditori e finanzieri, abbracci con Marchionne ma
diffidenza coi sindacati e i lavoratori scesi in piazza il 25 ottobre e il 12
dicembre.
La
Sinistra non può essere quella descritta da Renzi, non può essere un partito
della Nazione.
La
Sinistra è per sua natura di parte, e non fa certamente parte del principio di
uguaglianza sbattere le porte a chi, per esempio, rappresenta l'interesse dei
lavoratori.
I
socialisti difendono il Lavoro e stanno dalla parte dei lavoratori tutti.
Quindi,
anche se non condivido alcune proposte programmatiche della CGIL, non sarà mai
nostra intenzione (mia e di tanti socialisti) mettere in contrapposizione
lavoro e capitale. Temo, che lo scontro che si sta prefiggendo sia invece una
nuova diatriba tra lavoratori e impresa.
A
quel punto è compito dei socialisti schierarsi da una parte sola, quella della
ragione.
Desidero
non enfatizzare il possibile clima di scontro ritengo invece sia necessario che
i soggetti politici (associazioni, movimenti, partiti, intellettuali e
singoli), che si riconoscono in una Sinistra responsabile e progressista,
debbano intraprendere un serrato dialogo con il PD per migliorare l’attuazione
del Jobs Act e le proposte in campo.
Trovo sbagliate le norme sul demansionamento, sul controllo a distanza dei
lavoratori, sull'utilizzo dei voucher e sui licenziamenti, inoltre i contratti
precari rimangono tuttora in essere.
Dopo lo scandalo di Roma
Capitale e il noto problema di appalti concessi alla malavita emersi dalle
indagini sull'Expo e sul Mose, e la difficile situazione economica del Paese,
mi sembra inopportuno scommettere sul rilancio dell’Italia proponendo Roma sede
delle Olimpiadi del 2024.
Questa iniziativa mira solo a conquistare una certa
"pancia" di elettorato.
La
verità della Sinistra riformista è una sola, quella di non attendere
messianiche profezie bensì lavorare da subito a possibili riforme.
Per
molti occorre tempo, occorre pazienza, occorre mediare… per me occorre la
volontà.
L’Italia
ha ancora un problema di fondo, l’italiano.
Cambiarlo
è impresa mica da poco.
Nel
mio piccolo darò un contributo per il rilancio di una visione della società alternativa
a quella del Partito Democratico a una visione che metta al primo posto
diritti, lavoro, ambiente coniugando libero mercato a sviluppo sostenibile e libertà
individuali.
Sarò
a disposizione di coloro che vorranno costruire un’area socialdemocratica,
liberale, laica, movimentista, internazionalista e che consideri alcune istanze
libertarie.
Il
PD non è stata la prospettiva che auspicavo tempi addietro pertanto non
rinnoverò le tessere 2014 e 2015.
Un
augurio di cuore a tutte quelle persone che proseguiranno le loro battaglie all’interno
del PD, so cosa significa… è un compito arduo che merita tutto il mio rispetto.
Seguirò
sempre con interesse e spirito critico i lavori e le proposte dei dem, valorizzando tutto ciò che di buono
si farà, non posso immaginare che si possa guardare indietro o peggio ancora appoggiare
alternative massimaliste, la via è quella del Riformismo, un Riformismo non
retorico.
Davide Tosello