31 marzo 2015

UN NUOVO RISORGIMENTO SOCIALISTA?


Domenica 29 marzo si è svolto a Roma un importante appuntamento denominato Assemblea Costituente del Socialismo Italiano.
Vi hanno preso parte la minoranza PSI, nota come Sinistra socialista e tutta una serie di associazioni e singoli individui legati ai valori del Socialismo.

Immaginare un nuovo Risorgimento del Socialismo italiano non è però facile.
L'attuale PSI è di fatto, a parte qualche distinguo, un apparato al servizio del Partito Democratico di Matteo Renzi e conta l’1% dell’elettorato (votante).
Dopo la diaspora socialista, dal '92 in poi, i tentativi di rinascita di un forte partito riformista europeo al pari del PS, del PSOE, del Labour o dell'SPD sono tristemente falliti.
Per certi versi l'operazione più rilevante è dapprima la costituzione dello SDI e successivamente quella del PSI guidato ora da Riccardo Nencini, che ha saputo portare in Parlamento (va dato merito) un gruppo di preparati compagni.

Inizialmente l'appoggio a Bersani fu accolto con entusiasmo perché univa insieme le anime della Sinistra di stampo socialdemocratico ma il successivo approdo al renzismo ha portato a galla differenze di una certa importanza: l'approvazione dell'Italicum, del Jobs Act e delle varie pseudo riforme, ricche di annunci speranzosi ma che non fanno i conti con la realtà, hanno in qualche modo delimitato un territorio politico poco coerente con la storia del Socialismo. Ma il PSI non fa una piega.
Pare una beffa la collocazione del PD all'interno del Partito Socialista Europeo, a cui molti compagni (compreso chi vi scrive) auspicavano come condizione necessaria per interrompere un'anomalia tutta italiana: ora questo PD si è preso i titoli senza nemmeno ispirarsi a qualche esponente storico del socialismo democratico italiano.
Non ho mai sentito nominare nei loro discorsi Nenni, Craxi, Rosselli, Saragat ma piuttosto La Pira, Moro, Berlinguer, Ingrao che, seppur rispettabili personalità, non hanno certo tracciato le basi per il futuro del Socialismo.
Noi socialisti invece le basi le abbiamo, sappiamo chi sono i nostri padri, la nostra collocazione politica, abbiamo i nostri simboli e le nostre bandiere, i nostri valori e la nostra idea di futuro perché Socialismo è futuro e progresso.
Da qui si riparte, dalle cose semplici, dal territorio, dall'associazionismo, dal sociale.

Immaginare che questa assemblea porti però a una diversa posizione e a un cambiamento di rotta il Partito socialista di Nencini trovo sia un'aspettativa utopistica, certamente è un passo che può essere fatto ma dal mio punto di vista sarebbe stato più utile stilare un programma-base per la creazione di una nuova formazione politica, che a differenza di molte altre, nascerebbe solida perché i socialisti hanno sempre fatto parte della storia di questo Paese e da sempre hanno rappresentato i  più deboli.
Sarebbe l'approdo naturale per tanti cittadini senza tessera a patto che si rappresenti il Socialismo nel suo insieme e non i socialisti ex-PSI, altrimenti dal già citato 1% ci sarebbe un’involuzione al 0.001%!
Un Socialismo ancorato a Sinistra ma capace di parlare a tutti.
L'ipotesi di una nuova formazione dall'assemblea di domenica è emersa qualora fallissero i tentativi di riassetto del PSI.
Gli interessati dovranno pertanto attendere l'esito di queste beghe interne.

Nei vari interventi dell'assemblea si è evidenziata la continuità di questo governo con quelli precedenti, quale miglior occasione di apertura al dialogo con tutte le alternative politiche a sinistra del PD?
Le buone intenzioni di Human Factor (l'assise organizzata da SEL) non ha prodotto i risultati sperati; la minoranza del PD con Fassina o con Civati si dimostra poco graffiante per usare un eufemismo; Landini inizia già con divisioni il suo percorso per una "coalizione sociale". Che fare di fronte a tanta confusione, litigiosità, a tanti distinguo?
La risposta è nell'impegno, nel lavoro e nella volontà dei compagni che hanno a cuore l'ideale.
Già, in un'epoca dove tutto pare non aver direzione, dove si governa "a vista", dove si immagina che l'equazione meno diritti uguale più lavoro sia la soluzione alla crisi economica io penso che ci sia ancora bisogno di un ideale. Con i movimenti e i singoli che si ispirano ai principi della nostra Costituzione i socialisti devono interloquire.
Le risposte generiche e prive di una forte appoggio del popolo sono destinate a divenire dei "dopolavoro" ma fino a che ci saranno disuguaglianze ci sarà Socialismo.
Organizzarlo, diffonderlo, studiarlo, attualizzarlo, rafforzarlo, difenderlo è il compito di ogni socialista, di ogni uomo che vive per la libertà.

In conclusione possiamo affermare che l'iniziativa promossa da Franco Bartolomei, leader della Sinistra socialista, sia l'inizio di una probabile rinascita del Socialismo italiano, è giusto dubitare ma è più giusto operare e promuovere affinché si possa costruire una casa dove la Sinistra possa riprendere, dopo periodi di vaghezza, il ruolo di interlocutore politico dei più bisognosi, che possa coniugare l’ideale con il pragmatismo necessario per dare al Paese una spinta dove cultura e lavoro siano i determinanti fattori della crescita.
Come diceva Nenni "rinnovarsi o perire", questa è l'occasione giusta per scegliere la prima alternativa.

(qui sopra: Franco Bartolomei)