Domenica 29 marzo si è svolto a Roma un importante appuntamento denominato Assemblea Costituente del Socialismo Italiano.
Vi hanno preso parte la minoranza PSI, nota
come Sinistra socialista e tutta una
serie di associazioni e singoli individui legati ai valori del Socialismo.
Immaginare un nuovo Risorgimento del Socialismo italiano non è però facile.
L'attuale PSI è di fatto, a parte qualche
distinguo, un apparato al servizio del Partito Democratico di Matteo Renzi e
conta l’1% dell’elettorato (votante).
Dopo la diaspora socialista, dal '92 in poi, i
tentativi di rinascita di un forte partito riformista europeo al pari del PS,
del PSOE, del Labour o dell'SPD sono tristemente falliti.
Per certi versi l'operazione più rilevante è dapprima
la costituzione dello SDI e successivamente quella del PSI guidato ora da
Riccardo Nencini, che ha saputo portare in Parlamento (va dato merito) un
gruppo di preparati compagni.
Inizialmente l'appoggio a Bersani fu accolto
con entusiasmo perché univa insieme le anime della Sinistra di stampo socialdemocratico
ma il successivo approdo al renzismo
ha portato a galla differenze di una certa importanza: l'approvazione dell'Italicum, del Jobs Act e delle varie pseudo riforme, ricche di annunci speranzosi
ma che non fanno i conti con la realtà, hanno in qualche modo delimitato un
territorio politico poco coerente con la storia del Socialismo. Ma il PSI non
fa una piega.
Pare una beffa la collocazione del PD
all'interno del Partito Socialista
Europeo, a cui molti compagni (compreso chi vi scrive) auspicavano come
condizione necessaria per interrompere un'anomalia tutta italiana: ora questo
PD si è preso i titoli senza nemmeno ispirarsi a qualche esponente storico del
socialismo democratico italiano.
Non ho mai sentito nominare nei loro discorsi
Nenni, Craxi, Rosselli, Saragat ma piuttosto La Pira, Moro, Berlinguer, Ingrao
che, seppur rispettabili personalità, non hanno certo tracciato le basi per il
futuro del Socialismo.
Noi socialisti invece le basi le abbiamo,
sappiamo chi sono i nostri padri, la nostra collocazione politica, abbiamo i
nostri simboli e le nostre bandiere, i nostri valori e la nostra idea di futuro
perché Socialismo è futuro e progresso.
Da qui si riparte, dalle cose semplici, dal
territorio, dall'associazionismo, dal sociale.
Immaginare che questa assemblea porti però a
una diversa posizione e a un cambiamento di rotta il Partito socialista di Nencini trovo sia un'aspettativa utopistica,
certamente è un passo che può essere fatto ma dal mio punto di vista sarebbe
stato più utile stilare un programma-base per la creazione di una nuova
formazione politica, che a differenza di molte altre, nascerebbe solida perché
i socialisti hanno sempre fatto parte della storia di questo Paese e da sempre
hanno rappresentato i più deboli.
Sarebbe l'approdo naturale per tanti cittadini
senza tessera a patto che si rappresenti il Socialismo nel suo insieme e non i
socialisti ex-PSI, altrimenti dal già citato 1% ci sarebbe un’involuzione al
0.001%!
Un Socialismo ancorato a Sinistra ma capace di
parlare a tutti.
L'ipotesi di una nuova formazione
dall'assemblea di domenica è emersa qualora fallissero i tentativi di riassetto
del PSI.
Gli interessati dovranno pertanto attendere
l'esito di queste beghe interne.
Nei vari interventi dell'assemblea si è
evidenziata la continuità di questo governo con quelli precedenti, quale
miglior occasione di apertura al dialogo con tutte le alternative politiche a
sinistra del PD?
Le buone intenzioni di Human Factor (l'assise organizzata da SEL) non ha prodotto i
risultati sperati; la minoranza del PD con Fassina o con Civati si dimostra
poco graffiante per usare un eufemismo; Landini inizia già con divisioni il suo
percorso per una "coalizione sociale". Che fare di fronte a tanta
confusione, litigiosità, a tanti distinguo?
La risposta è nell'impegno, nel lavoro e nella
volontà dei compagni che hanno a cuore l'ideale.
Già, in un'epoca dove tutto pare non aver
direzione, dove si governa "a vista", dove si immagina che
l'equazione meno diritti uguale più
lavoro sia la soluzione alla crisi economica io penso che ci sia ancora
bisogno di un ideale. Con i movimenti e i singoli che si ispirano ai principi
della nostra Costituzione i socialisti devono interloquire.
Le risposte generiche e prive di una forte
appoggio del popolo sono destinate a divenire dei "dopolavoro" ma
fino a che ci saranno disuguaglianze ci sarà Socialismo.
Organizzarlo, diffonderlo, studiarlo,
attualizzarlo, rafforzarlo, difenderlo è il compito di ogni socialista, di ogni
uomo che vive per la libertà.
In conclusione possiamo affermare che
l'iniziativa promossa da Franco Bartolomei, leader della Sinistra socialista,
sia l'inizio di una probabile rinascita del Socialismo italiano, è giusto
dubitare ma è più giusto operare e promuovere affinché si possa costruire una
casa dove la Sinistra possa riprendere, dopo periodi di vaghezza, il ruolo di
interlocutore politico dei più bisognosi, che possa coniugare l’ideale con il
pragmatismo necessario per dare al Paese una spinta dove cultura e lavoro siano
i determinanti fattori della crescita.
Come diceva Nenni "rinnovarsi o perire", questa è l'occasione giusta per scegliere la prima alternativa.