28 febbraio 2014

IL PD ADERISCE AL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO



Con 121 voti a favore, uno contrario e due astenuti i membri della direzione nazionale del Partito Democratico sanciscono l'adesione al Partito Socialista Europeo.
È un fatto storico che conclude un'anomalia tutta italiana che ha visto per molto tempo il PD vago nella scelta di una collocazione tra i banchi di Bruxelles.

È chiaro che il PD non è nato per divenire un partito socialista ma è altresì fondamentale un'aggregazione dei progressisti, del nostro amato continente, che miri a due importanti obiettivi: rilanciare l'economia e avviare la formazione degli stati uniti d'Europa.

Alle elezioni europee di maggio il PD assieme ai socialisti europei appoggerà quindi Martin Schulz in contrapposizione ai movimenti populisti, antieuropeisti e xenofobi, purtroppo in forte espansione.

Il Partito Socialista Europeo ha raccolto l'invito del PD per un cambiamento e una revisione del proprio orizzonte politico e ideologico, avviato tra l'altro già dal congresso di Porto nel 2006 con gli allora DS.
Dal 2009 il PSE non rappresenta più la classica ortodossia socialista bensì un'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (è con questo nome che siede al Parlamento Europeo).
Da anni gli stessi partiti storici dell'Internazionale Socialista come il Labour inglese, il Partito Socialista francese, l'SPD hanno messo in atto un cambio di passo che li ha resi pluralisti tanto quanto il nostro Partito Democratico.
Trovano casa nel PSE i cristiano sociali, i liberali di sinistra, i laici, i democratici e appunto i socialisti: tutti guidati da un forte desiderio di attuare politiche riformiste e progressiste.

Non quindi un punto d'approdo quest’adesione bensì un'opportunità per rilanciare le politiche del PSE che spesso non sono state in grado di portare vantaggi o innovazione a causa della spregiudicatezza dei mercati finanziari, unici veri padroni di questa Europa, unici e veri responsabili della crisi economica.

Sarà quindi l'originalità delle sue identità culturali che permetterà al PD di confermarsi strategica risorsa per un forte Partito Socialista Europeo.

Personalmente considero quest’adesione fondamentale, perché da già da qualche anno la mia visione politica s’ispira al Socialismo Democratico e trovare in Italia il PD rappresentare il baluardo per la difesa dei diritti e un motore che garantisca lo stimolo necessario per donare a questa Europa più equità m’inorgoglisce, so di aver fatto un percorso giusto e responsabile.

14 febbraio 2014

RENZI PREMIER SENZA ELEZIONI? IL MIO DISSENSO

Esprimo tutto il mio dissenso per la decisione approvata dalla direzione nazionale del PD di giovedì 13 febbraio che permetterà a Renzi di succedere ad Enrico Letta a Palazzo Chigi.
Credo che siano state tradite tutte le prospettive della campagna elettorale renziana.
Sembra di assistere ai classici avvicendamenti democristiani della Prima Repubblica che hanno solo permesso ai politici di consolidare il loro potere.

Il PD non è stato in grado (in Parlamento) di eleggere Prodi, Rodotà, Marini come Capo dello Stato; non è stato in grado di consentire con tutte le forze a Bersani di governare; non è stato in grado di portare avanti il programma delle "larghe intese" di Enrico Letta, ora sarà in grado di concludere l'iter della legge elettorale? Sono difatti previsti ulteriori rinvii.
Perché una volta approvata questa legge, dobbiamo andare al voto!

Non ci sono alternative. Questa è la mia posizione già da molto tempo.
Renzi non deve sporcare la sua giusta ambizione di governare il Paese attraverso un "cambio al vertice" con Letta: avrebbe la necessità dei voti del centro-destra, a questo punto saremo di nuovo in stallo.
La Sinistra rischia grosso questa volta, legittimando Berlusconi (che salirà al colle per le consultazioni) e difficilmente il PD riuscirà a porre sul tavolo (facendole approvare) riforme sociali ed economiche di stampo progressista.

All'Italia serve un governo politico e legittimato dal popolo.
In questo momento solo l'establishment finanziario e parte del Parlamento lo appoggia.
Sono stanco di difendere a tutti i costi questo Partito, dobbiamo cambiarlo noi tutti ponendo sul piatto idee, argomentazioni, proposte, innovazioni ma non dobbiamo credere che il “nuovo” sia l'immagine di un “uomo in smart”.

Ho votato Renzi per cambiare verso, dovrò pentirmene?
Si è parlato di nuovi modi con cui fare politica e di affrontare i problemi, di "stop" alle larghe intese, di nuove prospettive ma stiamo facendo un passo indietro.
Ai parlamentari "democratici" vorrei far notare che Letta con il suo governo non ha portato a casa i risultati sperati... ma voi siete responsabili quanto lui! E ora cercate in corner una soluzione?
Il tempo è scaduto. Giocate fra voi e dimenticate il popolo italiano che rischia di perdere definitivamente fiducia nella politica (ve lo dice uno che ama davvero la Politica). Non vi nascondete sotto la maschera della "responsabilità". So che avete proposte politiche innovative ma non possiamo scontrarci con un alleato conservatore come il NCD o Scelta Civica.
Che progressisti siamo?