29 ottobre 2019

UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE E AL VOTO NEL 2020!

Mi sta bene considerare questa esperienza di governo una parentesi di emergenza giusto per evitare, dopo la crisi aperta da Salvini, l'aumento dell'IVA e in modo da tamponare possibili danni collaterali dopo le pratiche antidemocratiche (dal trattamento dei migranti, alla scarsa considerazione per le istituzioni europee, sino al pantano economico) del primo governo Conte.

Con il nuovo anno si apra però una nuova fase che permetta agli italiani di avere una legge elettorale degna di un Paese moderno, permetta agli italiani di votare i loro rappresentanti in maniera trasparente, permetta agli italiani di sentirsi rappresentati.
Destra o Sinistra o altri poli... non importa.
Dobbiamo creare una democrazia avanzata non un regime.

Nel frattempo, abbiamo potuto osservare che, dalle elezioni europee e dalle altre tornate elettorali amministrative (ultima pervenuta la regione Umbria), il centro-destra è organizzato e ha il vento in poppa.
Il populismo dei 5Stelle non raccoglie il consenso degli esordi, una volta dentro il Sistema si è Sistema.
L'alleanza PD e M5S è da considerarsi un'oscenità.

La sinistra (?!?!?!) è al momento suddivisa invece in tre tronconi:
- quello radicale e massimalista legato alla Linke
- quello riformista "socialdemocratico" legato al PSE
- quello riformista "liberaldemocratico" legato forse a Macron?

Dal momento che il termine riformismo è stato ampiamente abusato rischiamo di non comprendere più nulla.
Il centro-sinistra deve pertanto trovare un tempo tecnico (il più rapidamente possibile) per comprendere che l'unica via è quella di creare un’alleanza genericamente riformista dove il PD non sia egemone e dove non ci sia tra gli alleati un bullo di turno che porti via il pallone.



12 aprile 2019

Elezioni Europee 2019: i socialisti con +Europa

L'idea di una lista ampia e plurale che mesi fa Calenda auspicava non si è realizzata.
Il Partito Democratico non ha abbandonato di fatto la vocazione maggioritaria e sente di poter essere ancora egemone all'interno del complesso mondo del Centro Sinistra.
I socialisti, con il nuovo segretario Enzo Maraio, questa volta rinunciano all'ala protettrice dem e stringono un'alleanza elettorale con i liberali di Più Europa.
Bene, un segnale di discontinuità!
Di fatto non si rinuncia al riformismo, ma si vuol costruire una più vasta coalizione contro l'internazionale nera.
Una coalizione capace di andare oltre al patto tra ex-comunisti ed ex-democristiani, un'alleanza ricca di sfumature che possa comprendere tutte le forze repubblicane, democratiche, civiche, progressiste, liberali, europeiste, laiche, garantiste, libertarie e socialdemocratiche.
Il PD nemmeno con Zingaretti ha dato particolari segnali di apertura.
Ecco perché voterò convintamente il simbolo di +Europa alle imminenti elezioni europee.
Il Partito Socialista Italiano offrirà il suo contributo a un progetto politicamente "alto" e lungimirante, dove pragmatismo e ideali troveranno il loro giusto equilibrio.




3 aprile 2019

ENZO MARAIO GUIDA I SOCIALISTI DEL FUTURO

Il 6° congresso del piccolo Partito Socialista Italiano si è concluso domenica 31 marzo a Roma con l'elezione del quarantenne campano Enzo Maraio a segretario nazionale.
Luigi Iorio, l'altro candidato, si è distinto particolarmente per aver raggiunto una convergenza all'ultimo momento supportando la tesi politica di Maraio e consentendo un'elezione per acclamazione. Un solo astenuto, tutti favorevoli.
Oltre 500 delegati provenienti da tutta Italia hanno dato esempio di dialettica politica, di democrazia e di orgoglio in tempi di antipolitica.
Il populismo è stato smascherato, l'unico antidoto è l'impegno politico e la consapevolezza di essere eredi di una storia, quella socialista, fatta di conquiste sociali e di diritti civili che hanno arricchito nel profondo il nostro Paese.
Nulla va disperso, le numerose associazioni e piccoli movimenti della galassia socialista devono prendere atto di questo desiderio e di questa necessità di unione d'intenti.
Tutti coloro che, come me, in questi anni si sono defilati è bene che mettano da parte i propri interessi per agevolare l'unità di tutte le forze riformiste contro il nazional-populismo.
Unico vero nemico, capace di mettere in discussione l'assetto democratico dello stato repubblicano, è il vento dell'antipolitica.
Basta con i loro slogan privi di senso "popolo contro élite", "imprenditori prenditori" o sciocchezze simili.
Rimettere al centro un serio, lungimirante programma progressista fatto di redistribuzione della ricchezza e sviluppo economico occorre a tutti, "popolo" ed "élite".
La nostra democrazia rappresentativa sta subendo giorno dopo giorno, a causa del pressappochismo gialloverde, una terribile decadenza simile al "diciannovismo".
Evitiamo tutti insieme di scoprire cosa succederà poi, uniamo le nostre forze affinché l'attuale governo esaurisca la carica distruttiva.
Il Partito Democratico con Zingaretti ha chiuso definitivamente con lo stile renziano, ultraliberista e privo di capacità di dialogo. La vocazione maggioritaria è forse stata abbandonata.
Sparare a zero contro i nostri vicini alleati, come afferma giustamente l’ex segretario Riccardo Nencini, è come fare del male a noi stessi.
Le elezioni europee sono vicine, auspico una larga e plurale intesa delle forze che si riconoscono nel Partito del Socialismo Europeo.
Diamo slancio al più antico partito italiano, baluardo di democrazia e sinonimo di libertà, evviva il PSI! 

Il nuovo segretario PSI, Enzo Maraio


16 gennaio 2019

RETORICA SOVRANISTA E ALTERNATIVA PROGRESSISTA

Con la cattura di Cesare Battisti si è instaurato un clima di linciaggio sulla pubblica piazza che vede alla regia il nostro "amato" ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
Con le "sue" divise, la sua retorica sovranista, le sue non troppo velate volgarità, il suo cattolicesimo da crociata, il suo giudicare da "bar dello sport"... potrei continuare...
Cesare Battisti è stato condannato dalla giustizia italiana, sconti ora la sua pena con la dignità di un uomo.
Non mettiamoci il carico da novanta.
Vedo che l'idea di recuperare un detenuto per Salvini e i suoi amici non è nemmeno contemplata, per lui Battisti deve "marcire" nelle "patrie galere", è un terrorista "comunista", "infame" e "vigliacco".
Un linguaggio che fa proprio onore a un ministro della Repubblica.
Un linguaggio che fa proprio onore alla democrazia.
La propaganda elettorale entra nel vivo... è questa l'Italia che vogliamo?

Costruire una credibile opzione a questo governo Lega-5 Stelle non è facile, il rischio è quello di cadere in tentazione e parlare la stessa lingua nazional-populista.
Invece i temi devono essere affrontati prendendo il toro per le corna, occorre declinare il manifesto di alternativa attraverso il contributo di un vasto fronte comune, possibilmente di stampo progressista.
Se le ricette novecentesche non sono oggi più valide, sono ancor validi i motivi che fecero sorgere i movimenti operai, socialisti, il mutuo soccorso.
Alla base il concetto della solidarietà, l'idea di poter affrontare assieme le questioni sociali ed economiche partendo dai bisogni degli ultimi.

Validi quindi i valori e gli ideali.
Senza incorrere negli stessi errori, il massimalismo su tutti, occorre riprendere il filo del discorso laddove si è interrotto.
Dopo il crollo del muro di Berlino la sinistra internazionale si è lasciata attrarre dai governi tecnocratici della Finanza.
Senza voler aprire lunghi e sterili dibattiti sull'argomento, ognuno di noi deve compiere una riflessione sulle colpe della Sinistra.
Senza indugi occorre però poi voltar pagina, la povertà dilagante, le nuove patologie come la depressione o i gravi disturbi alimentari aumentano, la tecnologia sarà capace di servire l'uomo o sarà l'uomo schiavo dei nuovi strumenti tecnici?
Il clima è in pericolo, tristemente in pericolo.
I flussi migratori e il terrorismo fondamentalista sono temi urgenti da risolvere, nessuno di noi si può sottrarre dall’affrontare l’attualità.

Ecologia, uguaglianza, diritti civili, internazionalismo, cultura, scienza, equilibrio pubblico-privato, sono bandiere del linguaggio progressista.
Non siamo vinti, siamo pronti per affrontare la prossima battaglia politica.
Uniti, perché senza unità non ci sarà vittoria.
Il mio è quindi un invito a metter da parte rancori, personalismi e divisioni per entrare in una nuova ottica promotrice di libertà e giustizia sociale.