Ecco il discorso che ho tenuto all'assemblea socialista del 24 marzo 2013 in supporto alla tesi del nostro segretario.
Dalle elezioni politiche del
24/25 febbraio emerge una situazione di ingovernabilità del Paese: la risicata
vittoria della coalizione di centrosinistra alla Camera, l'affermazione del
Movimento 5 Stelle, guidato da Beppe Grillo e l'inatteso recupero del PDL di
Berlusconi richiedono un'attenta analisi sui veri bisogni dell'elettore
italiano.
Lavoro, legalità, tagli ai
costi della politica, minor burocrazia, riduzione del carico fiscale sia alle
imprese che ai lavoratori, seria lotta all'evasione fiscale, una giustizia
efficiente e una nuova legge elettorale: sono questi i temi che il cittadino
oggi vuol vedere risolti.
Solo la politica può
occuparsi seriamente di trovare soluzioni atte allo sviluppo e al progresso del
Paese.
Oggi i politici sono stati i
complici dell'attuale inadeguatezza del sistema che dovrebbe regolare i mercati
finanziari, i rapporti tra banche e imprese, i rapporti tra cittadini e banche,
e i rapporti tra lavoratori e imprese.
Si è spesso "lasciato
fare" ai mercati, nel pieno riconoscimento di politiche ultraliberiste,
attribuendo a loro i poteri che in realtà sono della politica.
L'elettore non ha perdonato
che i politici si distaccassero dal fare il loro mestiere e ha preteso,
attraverso il voto, un ritorno alla Democrazia reale.
Una democrazia fatta di
scambi di opinione, di orientamenti politici, di discussioni anche accese ma
con un unico scopo quello di dare soluzione ai problemi dei cittadini.
In regione Lombardia
assistiamo ad un vero atto di masochismo: nonostante gli scandali e la
corruzione della giunta guidata dal centrodestra, gli elettori di questo
schieramento (forse solo per un senso di appartenenza) hanno dato fiducia
nuovamente all'asse Lega Nord - Popolo
della Libertà conquistando la guida della regione con Roberto Maroni.
Sono riusciti a comunicare, mentendo,
un desiderio di cambiamento (macro regione, ecc...).
Noi socialisti, sentinelle
della democrazia, percepiamo fin da subito l'assurdità delle proposte del
centrodestra ma come loro, per un senso di appartenenza, abbiamo votato il
nostro simbolo pensando di essere poi influenti in Regione.
La battaglia è stata persa:
solo lo 0,30% dell'elettorato lombardo ci ha "premiato"... o forse ci
siamo semplicemente contati?
Nel nostro comune, San
Giuliano Milanese, sono 72 i voti (0,38%) al Partito Socialista Italiano.
Dopo tangentopoli, la
diaspora socialista e la rinascita del Partito, guidato ora da Riccardo
Nencini, dobbiamo renderci conto che la missione è fallita.
Siamo in Parlamento con 6
compagni eletti nelle liste del PD, ma se avessimo partecipato alla campagna
elettorale in autonomia (com'è successo in Lombardia) non avremmo preso nemmeno
un seggio.
Nel futuro non ci sono altre
scelte se non quella di entrare a pieno titolo nella maggior forza politica di
ispirazione riformista del nostro Paese, il Partito
Democratico.
L'articolo 29 dello Statuto
del Partito Democratico favorisce la
libertà e il pluralismo associativo e stabilisce rapporti di collaborazione con
fondazioni, associazioni ed altri istituti, nazionali ed internazionali, a
carattere politico-culturale e senza fini di lucro, garantendone e
rispettandone l’autonomia. Questi gruppi sono quindi visti come strumenti per
la divulgazione del sapere, per il libero dibattito scientifico, per
l'elaborazione politico-programmatica e le loro iniziative non sono soggette a
pareri degli organi del Partito Democratico.
Pertanto… sostengo la tesi del nostro segretario Giocondo Berti e propongo di confluire nel PD.
Non come un'associazione, né
come un partito, né come una fondazione ma come libero pensiero!
Siamo un gruppo di persone
che non rinnegano la propria identità e la propria storia, desiderano aggregare
e non dividere, vogliamo far leva all'interno di un grande progetto riformista
sui valori che caratterizzano da sempre i socialisti: Lavoro, Libertà,
Giustizia, Progresso, Laicità, Uguaglianza, Solidarietà.
Noi saremo alfieri di questi
valori e li esporremo con orgogliosa convinzione.
Non rinunciamo quindi ad
essere socialisti, continuiamo a essere tali all'interno di una forza
pluralista, che raccoglie la maggior parte dell'elettorato di centrosinistra,
una forza responsabile che vede nell'Italia il bene comune.