15 gennaio 2020

RISPETTO PER BETTINO CRAXI E LA STORIA SOCIALISTA

Il 19 gennaio di vent’anni fa moriva Bettino Craxi.
Oggi si parla di "riabilitazione" di un “personaggio controverso”, tanto amato quanto detestato.
Io non ho bisogno di fare operazioni di "revisionismo".
Ho studiato la sua vita, i suoi ideali, la sua visione politica attraverso i suoi scritti e alcune biografie.
Ho concluso, già da tempo ormai, che quest'uomo aveva un forte temperamento, una grande capacità decisionale, un lungimirante pensiero riformista, un sincero spirito patriottico, un alto sentimento di libertà.
Aveva dei limiti, come tutti gli esseri viventi.
Poi come tutti gli uomini politici ha avuto una parabola ascendente e una discendente, oggi il divario tra queste due parabole si è notevolmente ridotto: i leader attuali sono delle meteore.
Una cosa è certa, l'Italia durante i suoi governi ha potuto mostrarsi al mondo per quello che era: un'eccellenza di talenti, una nazione moderna votata al progresso, una repubblica inserita in un contesto internazionale delicato (Guerra fredda) e capace di prendere le distanze tanto dall'URSS (consolidamento NATO) quanto dagli USA (ved. Sigonella).
La colpa di Bettino Craxi fu quella di far parte di un Sistema di finanziamenti illeciti o irregolari verso le casse del proprio partito (non verso le sue tasche come tuttora gridano i detrattori).
Il PSI di Craxi non fu un caso isolato, tutti i maggiori partiti italiani ebbero questo approccio per far fronte alle alte spese della politica.
Comportamenti da condannare senza nessuna esitazione perché causano malaffare, corruzione, interessi lontani dal bene comune.
Bettino Craxi pagò questa colpa in maniera spropositata a causa di un giustizialismo giacobino che, proprio come nella Rivoluzione francese, non risolse i mali del Paese riportando di fatto a una successiva peggiore "restaurazione".
Non voglio invitare nessuno a fare una riflessione laica su quanto avvenuto, chi vuole approfondire non ha bisogno certo di un mio stimolo: sarebbe però ora di finirla con il dileggio, il turpiloquio, le falsità e le offese gratuite nei confronti di questo uomo. Che riposi in pace.
Per quanto riguarda la storia socialista, altrettanto sbeffeggiata da una certa sinistra sin dai tempi di Matteotti, non andò meglio.
Una storia che narra il progredire di una nazione, una storia fatta di intuizioni e concrete riforme che trasformarono il nostro Paese arretrato e spesso martoriato dalle guerre in una evoluta democrazia.
Il Partito Socialista Italiano si inserì nell'alveo del centro-sinistra e permise grandi conquiste sociali, civili, di libertà.
Ancora oggi c'è bisogno dell'eresia socialista, ancora oggi c'è bisogno di una società fondata sui meriti e i bisogni.
Invece... "Carthago delenda est"!
Tutto questo non conta, siamo l'unico Paese europeo a non avere un forte partito socialista (ai tempi schiacciato da due dogmi, quello comunista e quello democristiano, a seguire annientato da Tangentopoli) e a non avere un suo erede.
Chi ora pensa al PD come erede del PSI sta prendendo una cantonata, prima di raccogliere un'eredità occorre fare i conti con la propria storia.
Nel nostro piccolo, noi socialisti continueremo a promuovere i nostri valori.
Non abbiamo pretese di essere influenti, sarebbe già un traguardo essere autonomi.
Una storia lunga 128 anni ha bisogno di un po' più di rispetto, aiuterà tutti a comprendere il nostro presente e a gettare le basi per un futuro migliore.