19 gennaio 2015

IN MEMORY OF...

Oggi ricorre il 15° anniversario della morte di Bettino Craxi.

Ai tempi di tangentopoli (1992) vivevo il crollo della prima Repubblica con entusiasmo, sentivo che poteva esserci un futuro diverso privo di lottizzazioni, clientelismi, corruzioni e privo di tutto ciò che di oscuro e malsano rendeva la politica (ai miei occhi) un mestiere per farabutti.
Ero un ragazzino di 16 anni, spero possiate perdonare quell'ingenua mente priva di conoscenze storico-politiche di base.
Come abbiamo potuto constatare oggi ci troviamo di fronte ad un grado di corruzione elevatissimo: in Europa siamo all'ultimo posto, raggiunti da Bulgaria, Grecia e Romania.
Coldiretti giovedì (15 gennaio) ha trasmesso i dati del business dell'agromafia che vola nel 2014 a 15,4 miliardi di euro, con un aumento del 10 per cento in un anno (5.000 i ristoranti in Italia nelle mani della criminalità organizzata).
Promuovere la libera impresa, garantendo "terreno fertile", dovrebbe essere uno dei compiti di ogni stato liberale europeo, ma come si fa a investire in un Paese come il nostro così colpito da questi fenomeni deterrenti?

Facendo un passo indietro agli anni ottanta/novanta penso che quel periodo vada analizzato maggiormente distinguendo le positive iniziative politiche di stampo riformista che hanno portato il nostro Paese a raggiungere nel 1986 un ruolo protagonista nel panorama internazionale e le terribili vicende di finanziamento illecito ai partiti.
Per questi episodi dobbiamo però rilevare che l'accanimento della magistratura e dei media è stato simile a quello di un branco di lupi di fronte ad una pecora (può essere anche una "pecora nera" ma pur sempre un essere vivente).
L'opinione pubblica ha fatto il resto...

Penso che Craxi e i socialisti, oramai dimenticati dai media e probabilmente anche dai cittadini, sono stati oggetto di una delle campagne più meschine e denigratorie di tutti i tempi.
Condannare una stagione politica condannando un'intera storia ultracentenaria fatta di conquiste sociali mi sembra inaccettabile.
Rimuovere la storia non aiuta a capire il presente e a immaginare un futuro.

Concludendo, mi piace ricordare lo statista milanese con una delle sue sacrosante verità:

"In un paese civile, in una democrazia avanzata, si dovrebbe avere il coraggio di dire basta con questa finta seconda Repubblica. Le sorti del Paese non stanno nelle mani solo della finanza e della classe imprenditoriale.
Ma le sorti del Paese stanno nelle mani degli industriali privati e pubblici, dei finanzieri, dei commercianti, dei professionisti, degli intellettuali, degli scienziati, dei docenti, degli operai, dei contadini, degli impiegati, degli artigiani. E stanno nelle mani delle esperienze degli anziani e della volontà di affermazione e di sacrificio e di conquista dei giovani".

Bettino Craxi (1934-2000)