Trattiamo secondo i nostri punti di vista il tema della Laicità.
Un dibattito fra Davide Tosello, proveniente dal Partito socialista e
Rosario Zannone dalla Margherita ha prodotto un proficuo (per loro e per i
lettori) scambio di corrispondenza sul tema del cattolicesimo e del laicismo
nel Partito democratico che qui riproduciamo.
Rosario Zannone <Potrei dire, sul piano della battuta, che
il mio sogno lentamente si sta realizzando: e cioè vedere tanti ex e post
comunisti governati dai democristiani (Renzi, Letta, Franceschini
eccetera). Scherzi a parte, permettetemi di rivendicare, con orgoglio, la
straordinaria vitalità dell'esperienza politica del cattolicesimo democratico
che oggi vive un momento di grande protagonismo all’interno del Pd. Viviamo
in una società estremamente mutevole; sembra essere venuto meno ogni punto di riferimento
ideale; i politologi più accreditati ci ricordano che viviamo un'epoca
post-ideologica. In verità, io credo, al di là delle apparenze contrarie,
che l'affermazione politica di Renzi quale nuovo Segretario del Pd
vada interpretata come l'affermazione di un "Pensiero Politico Forte"
che trova un riferimento anche nella Dottrina Sociale della
Chiesa. Quelli che paventavano che la vittoria del Sindaco di Firenze
avrebbe comportato la dissoluzione del Partito democratico
sono stati smentiti. Oggi noi abbiamo - io ritengo- un Partito con una
struttura più snella ma con un pensiero politico più forte. All'interno di
questo Pd che ha l'impronta ideale e culturale di Veltroni, Prodi e
Renzi, credo che possano trovare spazio e rappresentanza anche gli amici e
le istanze di Sel, così come potranno sentirsi a casa anche tanti
altri sinceri democratici, di ispirazione liberale e moderata ma non
conservatrice, che oggi non votano per il Pd. Io credo che questo
sarà possibile, anche a San Giuliano, se noi che per primi
abbiamo creduto nel PD sapremo farci interpreti di una politica autenticamente
riformista che sappia coniugare la sacrosanta aspirazione alla giustizia
sociale con l'insopprimibile anelito di ogni uomo alla libertà economica>.
Davide Tosello:
<Ovviamente con tutto il rispetto per il pensiero
dei cattolici democratici, senza Laicità come valore fondante per un Partito
dal nome democratico non si va da nessuna parte. Il partito democratico non può essere un
partito moderato. Se si vuole il cambiamento bisogna essere coraggiosamente
radicali e Renzi sta mostrando questo atteggiamento che ho apprezzato molto. Renzi
ha parlato di Sinistra... sposando la causa. Renzi vuole aderire al PSE. Sono
d'accordo con te che occorre "coniugare la sacrosanta aspirazione alla
giustizia sociale con l'insopprimibile anelito di ogni uomo alla
libertà economica." Perfetto... se c'è questa unione d'intenti
vinciamo le prossime elezioni uniti!>
Replica Rosario: <Caro Davide, non ho mai pensato, né scritto, che
il Partito democratico debba essere un partito moderato, anche se ritengo che
la moderazione (al contrario del moderatismo) in politica sia un valore. Ho
parlato di un partito di centrosinistra riformista. Un partito di
centrosinistra, non soltanto di sinistra, non soltanto di
centro. Certamente il PD non può essere un partito radicale: ciò coinciderebbe
con la sua morte. Quanto alla laicità, ricordo, prima di tutto
a me stesso, che non può essere confusa con il laicismo. L'esperienza
religiosa fa parte dell'esperienza umana, per alcuni è parte fondante della
propria esperienza di vita. Un partito che ambisce ad essere maggioritario non
può non farsi interprete anche delle istanze dei cattolici democratici (che del
PD sono cofondatori), i quali sono abbastanza adulti per sapere che,
in politica, tutte le istanze e le opinioni soggiacciono al principio
della maggioranza. Laicità, dunque, non può
essere laicismo, o peggio, anticlericalismo. Allo stesso modo, portare i
valori del cattolicesimo democratico (quelli di Sturzo, di La Pira, di
Dossetti, di Moro, di Zaccagnini, di Martinazzoli) all'interno del Partito democratico
vuol dire ambire a sottoporli ad un salutare processo di contaminazione
con i valori della sinistra. Ma ti assicuro che questa questione dei rapporti
tra cattolici e laici dentro il PD è stata felicemente superata da un
pezzo.
Ancora Davide: <D’accordo
con te sull'importanza della moderazione. Ovviamente per “radicale” intendevo “una
decisa volontà di cambiamento” così come Veltroni racconta nel suo libro L'Italia e la sinistra che vorrei, e
così come Renzi ha espresso durante la sua campagna per le primarie. La
Sinistra Riformista è radicale nel cambiamento ma solo attraverso il dibattito
parlamentare e solo attraverso le istituzioni democratiche. È vero il Pd è un
partito di centrosinistra e ritengo assolutamente necessario il confronto
interno tra le varie configurazioni: democratici, post-comunisti, socialisti,
cattolici democratici, cristiano sociali, ambientalisti, laici, liberali e chi
più ne ha più ne metta. Ritengo altresì fondamentale riconoscersi in alcuni
principi. Il Pd fa riferimento a quelli enunciati dalla Costituzione Italiana,
per me possono bastare perché espressione di tutte le componenti democratiche
che hanno dato vita alla Resistenza. Io non sono anticlericale, ma decisamente
laico: le mie scelte politiche sono frutto della mia esperienza, della mia
formazione e non dipendono da influenze di tipo religioso. Mi piacerebbe che il
Partito Democratico sostenesse un po' di più la laicità. In Francia è elemento
fondante della costituzione già dal primissimo articolo: <La Francia è una
Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Essa assicura
l'eguaglianza dinanzi alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di
origine, di razza o di religione. Essa rispetta tutte le credenze>. Come si
può vedere, non è solo la nostra Costituzione, tra le più belle del mondo. Ho
grande rispetto per il tuo pensiero perché sono sempre stato uno dei sostenitori di una alleanza tra laici e
cattolici, uniti da una politica riformista comune. Insieme dobbiamo cambiare
il Paese, insieme dobbiamo coinvolgere altre componenti: se ce la facciamo noi,
con noi possono unirsi altri e altri ancora. Viva il Partito democratico, esempio
di pluralismo>.
Ancora una replica
di Rosario: <Caro Davide, permettimi, in maniera forse un
po’ pedante, di ricordare cosa dice la nostra Costituzione in materia
religiosa. Innanzitutto l'articolo 7 della Costituzione il quale recita che
<Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le
modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento
di revisione costituzionale>. Dunque, l'art. 7 della nostra Costituzione
riconosce la Chiesa Cattolica quale istituzione indipendente e sovrana che
esercita la propria potestà di regolamento giuridico nelle materie spirituali
che le sono proprie. Secondo la nostra Costituzione pertanto la Chiesa Cattolica
deve essere considerata (a differenza degli altri culti) come una società
giuridicamente perfetta, ossia non sottoposta a nessun altro ente sovrano
(neppure lo Stato Italiano) ma originaria ed indipendente, dotata nell'ambito
dell'ordinamento statale italiano dei mezzi per raggiungere il proprio scopo.
Inoltre, sulla base di quanto statuito dall'art. 7 Costituzione lo Stato vede
limitati i suoi poteri in ordine a quelle materie che riconosce di esclusiva
competenza della Chiesa Cattolica.
I Patti Lateranensi possono essere modificati
solo con l'accordo della Santa Sede. Diversamente occorre procedere con il
procedimento di revisione costituzionale.
L'art. 8 della Costituzione recita poi che <Tutte le confessioni
religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose
diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo propri statuti,
in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico dello Stato. I loro
rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le
relative rappresentanze>. L'art. 19 della Costituzione sancisce che <Tutti
hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi
forma, individuale, o associata, di farne propaganda e di esercitarne in
privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon
costume>. L'art. 20, infine, dispone che <II carattere ecclesiastico e il
fine di religione o di culto di una associazione od istituzione non possono
essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami
fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività>.
Alle
argomentazioni di Rosario replica infine Davide: <Caro
Rosario gli articoli che hai citato li conosco bene tant'è che sono per la
modifica dell'articolo 7. Per me i Patti Lateranensi (ricordo, firmati da
Mussolini) vanno aboliti. Equiparare la Chiesa Cattolica alle altre religioni è
fondamentale per il rispetto di tutti i principi sanciti dalla Costituzione.
Ricordo l'art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. La modifica che sopra citavo è
permessa dall'art. 138 ovviamente dopo delibera delle camere. Questo il mio
pensiero. Ovviamente siamo in democrazia e se i padri fondatori hanno preferito
mantenere con il Vaticano rapporti privilegiati lo accetto. Ma oggi, nel 2013,
vorrei un'Italia diversa. Nel mio piccolo appoggerò sempre iniziative di
uguaglianza>.
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