Essere socialista per me non significa
appartenere a una particolare "setta" politica.
Non significa nemmeno far parte di un’élite
legata a chissà quale lobby.
Significa innanzitutto credere nella
libertà. Significa credere nella giustizia.
Se la giustizia è sana la libertà sarà
piena, se la giustizia è compromessa la libertà non sarà declinata in ogni sua
forma.
Un socialista mira a essere un uomo
libero.
Deve pertanto concorrere, nel suo
piccolo, a realizzare tale condizione.
In molti paesi del mondo è un'impresa
ardua, occorrono coraggio e sacrificio.
In Italia occorrono volontà e
dedizione.
I principi guida sanciti dalla nostra
Costituzione sono condivisi da chi si definisce socialista democratico.
Ed è proprio la Socialdemocrazia
l'attuazione pratica dei valori di uguaglianza, solidarietà, laicità, giustizia
sociale, unità dello Stato che la stessa carta costituzionale ci ha lasciato in
eredità da custodire, difendere ed elogiare.
Ovviamente c'è qualcosa in più che
differenzia la nostra Repubblica Democratica da una Socialdemocrazia,
quest'ultima si propone di definire le regole di gestione dei mercati.
Regole pubbliche per un mercato
libero.
Un socialista democratico non vive
nella speranza di una futura liberazione ma concorre nel presente alla
costruzione del Socialismo.
Attraverso il cosiddetto Riformismo si
gettano le basi per migliorare di volta in volta, in un contesto democratico,
l'aspetto del mondo in cui viviamo, quale somma di società e ambiente.
L'impiego dei fattori produttivi se
non è garantito dai soggetti economici privati deve essere assicurato dallo
Stato attraverso nuova e ponderata spesa pubblica.
Promuovere il benessere attraverso il welfare è sicuramente un'altra sfida.
In Italia c'è molto da fare.
Offrire servizi moderni, snellire la
pressante macchina burocratica, ispirarsi al merito e alle pari opportunità tra
generi, investire in cultura, prevenire rischi idrogeologici sono tutti metodi
che devono innescare crescita e sviluppo.
Purtroppo siamo distanti anni luce da
un progresso di tipo socialista democratico.
La redistribuzione del reddito è un altro
obiettivo fondamentale per un socialista.
Qui torna in auge un vecchio termine,
peculiare dell'analisi marxista, quello della "lotta di classe".
Un termine utile a noi tutti e da
impiegare senza dogmatismi per considerare di distribuire al meglio, con
principi di uguaglianza, i redditi, riaccendendo la speranza di molte donne e
molti uomini che questo Paese ha privato di dignità.
Certamente oggi non parliamo più di
classi ma di categorie, il concetto non cambia: in questo terzo millennio
permangono condizioni di oppressione e miseria ancora da debellare.
Prendendo in prestito e parafrasando
la formula mazziniana "pensiero e azione" oggi noi socialisti abbiamo
il compito di sensibilizzare l'opinione pubblica e agire, per quanto ci è
possibile, nei campi in cui ci è permesso, al fine di rianimare quel movimento
che da sempre si è battuto per i lavoratori tutti e che in Italia ha avuto un
ruolo principe per serie politiche riformiste ma è stato sepolto dagli scandali
del 1992.
I padri nobili del Socialismo ci hanno
consegnato una storia fatta di successi e insuccessi, ma questa è la storia
dell'Uomo.
Riprendiamo a studiarli e di fronte a
noi si aprirà un mondo fatto di appassionate lotte per le libertà.
Ecco pertanto che la nostra azione si
fonda sul pensiero di Andrea Costa, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Carlo
Rosselli, Rodolfo Morandi, Gaetano Salvemini, Camillo Prampolini, Pietro Nenni,
Sandro Pertini e il padre del socialismo democratico Giuseppe Saragat.
Il mio articolo vuole risvegliare
quelle anime che, durante la diaspora socialista, si sono allontanate dalla
politica.
Il presente è adesso! E adesso
dobbiamo riprendere quel percorso riformista che può permettere all'Italia di
allinearsi con gli stati moderni per il miglioramento della qualità della vita,
per la piena occupazione, per l'utilità di servizi, per una seria lotta alla
povertà.
Siate voi socialisti senza partito, o
nel PSI, o in SEL, o nel PD non dimenticatevi il fine ultimo, Carlo Rosselli ce
lo ricorda in una sua nota frase: "Il
Socialismo non è né la socializzazione, né il proletariato al potere e neppure
la materiale uguaglianza. Il Socialismo, colto nel suo aspetto essenziale, è
l’attuazione progressiva della idea di libertà e di giustizia tra gli uomini”.
Dedico
questo articolo ad alcuni amici e compagni che da sempre promuovono
valori socialisti e democratici:
Giocondo Berti (PD), Lorenzo Borla (PD) e Giacomo Forcella (PSI).
Giocondo Berti (PD), Lorenzo Borla (PD) e Giacomo Forcella (PSI).
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