1 ottobre 2014

RIFLESSIONI PERSONALI SULL’ART.18 & JOBS ACT

Passa alla direzione PD del 29 settembre (con 130 voti favorevoli, 20 contrari e 11 astenuti) l'intenzione di procedere con la riforma del Lavoro firmata da Matteo Renzi.
Sull'abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori non ne farei una questione ideologica: Renzi penso che stia cavalcando un "falso problema" e anche la minoranza PD ne sta facendo una questione di simboli, spendendosi per un dogma ideologico.

Il Jobs Act prevede però periodi di prova fino a 6 anni (probabilmente si scenderà a 3), va bene le tutele crescenti ma 6 anni sono davvero tanti!
Aumentare i contributi per finanziare un sussidio di disoccupazione mi sembra un'altra “sberla” contro i lavoratori e contro l’imprenditore che dovrà inizialmente versare di tasca sua i contributi maggiorati all'INPS.
Il demansionamento è un vero attacco alla dignità degli stessi lavoratori.
Si vuole combattere il precariato e si decide di potenziare i voucher, i buoni lavoro per le prestazioni occasionali.
Insomma se non ci sono più partiti a difesa dei lavoratori e se i sindacati non sapranno cogliere l'occasione per tornare ad essere protagonisti prevedo un futuro ancor più cupo.
E pensare che l'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro!

Quali riflessioni per gli amici e i compagni del PD?
Io non sono né con D'Alema e soci che hanno contribuito all'attuale drammatica situazione del mondo del Lavoro, né con Renzi se fa il gioco delle destre. Non possiamo spacciarci per Sinistra (nemmeno per centro sinistra direi a questo punto!) se da Berlusconi non ci differenziamo soprattutto per le tutele dei lavoratori (tutti).

Oggi c'è un nuovo record di disoccupazione tra i giovani (cala invece dello 0.3 quella generale) e se il governo e il PD non si prenderanno carico della seria necessità di sbloccare la burocrazia, di riprendere una dura lotta all'evasione, di alleggerire la giustizia da cause ridicole (ved. quelle innescate dalla legge Fini-Giovanardi), di combattere la corruzione, di detassare ulteriormente la piccola-media impresa e di creare tutte le condizioni affinché un imprenditore assuma (non è certo abolendo l'art.18 che questo accadrà) se ci sarà questa sfida per far ripartire il Paese, io ci sarò e ci saremo in tanti!

Il PD, è un buon compromesso per raggruppare riformisti di diverse culture e formazioni politiche.
Credo che insieme e solo insieme potremo cambiare pagina... ma non intendo assolutamente seguire le politiche che sino a ieri venivano propagandate da Berlusconi e dalla destra reazionaria e ultraliberista.

Ad ogni modo è bene essere prudenti e far lavorare il governo, il problema è capire in quale direzione, in quale visione di mondo ci vuole portare. Se lo abbiamo votato con convinzione significa che noi abbiamo inteso positivamente il suo scopo ma se le sue riformine (non sono certo Riforme) fanno parte di un grande piano per lo sviluppo... allora ben vengano certi compromessi. Se invece sono sterili modifiche di stampo liberista (e purtroppo non di stampo liberale) per fare ciò che non ha fatto Berlusconi, mi opporrò come spero molti sinceri democratici cresciuti nel mondo della Sinistra.
Attendiamo i prossimi sviluppi compagni!