Non vi sono dubbi, per
l'ennesima volta gli italiani si dimostrano insensibili alla politica.
In qualsiasi altra nazione
europea non ci sono così forti accessi mediatici per chi disprezza le istituzioni
e i principi fondamentali della democrazia come, uno su tutti, la separazione
dei poteri dello Stato.
In qualsiasi altra nazione
europea l'opinione pubblica sarebbe indignata nell'osservare uno dei maggiori
leader politici accusare la magistratura di faziosità o di considerare essa uno
strumento politico alimentato per distruggere la sua figura carismatica.
In qualsiasi altra nazione
europea un politico (qualsiasi ruolo ricoprisse) si sarebbe dimesso di fronte
ad una condanna in via definitiva.
In Italia invece preferiamo
delegare ai media le nostre opinioni magari permettendo manomissioni che hanno
aiutato Berlusconi (parlavo di lui ovviamente!) a rafforzarsi anche nei momenti
in cui sembrava dovesse scomparire definitivamente dal teatrino della politica.
In Italia garantiamo la
crescita e lo sviluppo dei "banditi", garantiamo la loro impunità
attraverso rinvii, dichiarazioni riappacificanti, poltrone ecc...
Non è una novità, dico bene?
Per molti anni la politica è
stata "usata" per proteggersi, sostituì il ruolo delle chiese che
tutelavano nell'antichità i delinquenti (ve lo ricordate Fra Cristoforo?).
Se cadessi anch'io nella
facile tentazione del "gossip politico" non vi potrei esporre il mio
pensiero, quello che teoricamente dovrebbe aiutare il confronto per la
costruzione d’idee, quello che ci allontana dalla superficialità, dal
"tanto sono tutti uguali".
Bene, voltiamo pagina e lo
dico soprattutto alla Sinistra italiana: non dedichiamo ulteriori spazi a
Silvio Berlusconi.
Parliamo esclusivamente di ciò
che vogliamo costruire, un'Italia diversa.
Occorre tempo ma c'è
un'unica via quella di osare, quella di riformare il Paese e consentire lo
sviluppo dopo anni di crisi, non solo economica ma sociale, di sistema e di
pensiero.
Stiamo regredendo... ma io desidero
vivamente un mondo diverso.
L'Italia in passato è stata
protagonista del Rinascimento, è giunto il momento di riprovarci.
Chissà se proprio da
Firenze, culla di quel fermento artistico e culturale, si alzerà un grido di
speranza capace di aggregare donne e uomini di buona volontà desiderosi di
scrivere una nuova pagina italiana.
Questa volta occorre fede e per
dirla alla Cuperlo "è tempo di crederci".
Questa volta non possiamo
permetterci di “smacchiare i giaguari” ma di pensare esclusivamente al bene del
Paese, quel "bene comune" di cui si parlava durante le primarie vinte
da Bersani e che poi è stato dimenticato troppo presto portando al caos
politico-istituzionale e alla crisi dello stesso PD.
Crisi superata?
Se ci riconosciamo con forza
in un movimento progressista europeo io dico di si!
L'unità come mezzo di
crescita, l'unità come fonte di progresso.
Occorre quindi concentrarci sulle Riforme.
Occorre quindi concentrarci sulle Riforme.
- Legge elettorale
- Mercato del Lavoro
- Lotta alla corruzione
- Istruzione
- Semplificazioni fiscali
- Forma di governo
- Giustizia
Cambiare la seconda parte
della Costituzione per modernizzare questo Paese non deve essere un dogma.
Procedere con saggezza,
competenza e un sano spirito patriottico (che a Sinistra a volte è latente) è invece
prerogativa necessaria alla buona riuscita di quest'opera di revisione atta a
creare sviluppo.
Renzi, Cuperlo, Civati,
Pittella e chi altro si presenterà alla corsa per la segreteria del Partito Democratico,
dovrà avere bene in testa che non ci saranno altre possibilità, la situazione è
drammatica. Riforme e sviluppo, subito!
È arrivato il momento di
chiudere anche gli spifferi, mi riferisco a quelle numerose correnti che
attraverso conferenze, convegni, congressi non fanno altro che dividere un
grande partito dall'ambizione riformista.
Gli incontri si fanno sui
temi e non attorno a gruppi ristretti di persone.
Il Partito Democratico deve
uscire da una logica che con la parvenza di garantire il pluralismo favorisce
le divisioni.
Scegliamo pertanto i temi e
discutiamone insieme sotto un'unica bandiera quella del più grande partito italiano
d’ispirazione riformista, il Partito Democratico.